KIKI SKIPI

MURALES PER IL FUTURO

Kiki Skipi – I sogni vanno coltivati

IL MURALES
Sull’ultimo gradino di una scala, una bambina annaffia i fiori di un rigoglioso giardino che spunta dalla testa di una immensa figura, una donna che si erge nel cielo, celata dall’oscurità della notte. E’ la stessa bambina che prima cercava di toccare le stelle e quella che, infine, vola nell’azzurro reggendo un germoglio tutto suo. Con l’atmosfera misteriosa di un’iconografia dal sapore fiabesco, vicina al surreale, e, al tempo stesso, come una lucida affermazione, il murale di Kiki Skipi enuncia l’importanza delle aspirazioni ma anche dell’attesa paziente e della cura; il valore dell’utopia ma anche del nostro profondo, custode dei semi preziosi che ci faranno crescere se sapremo maneggiare e nutrire la terra che li contiene.
I colori dell’opera sono accesi, densi; il segno morbido e definito traduce l’arcano e, insieme, la chiarezza del racconto, condotto su un tempo narrativo lineare e insieme spezzato, che asseconda e al tempo stesso piega a sé la rigida sequenza delle pareti a disposizione dell’intervento. Emerge un discorso centrato sul rapporto con il proprio inconscio e le proprie sensazioni, tematiche che Kiki affronta spesso nelle sue produzioni; una rappresentazione intima ma universale, dove una verità soggettiva, attraverso la messa in scena di azioni e di oggetti simbolici, attiva immagini oniriche e possibilità che chi osserva sente anche sue.
L’arte è indagine interiore e apertura alla vita per questa artista che nel muralismo porta la parola di un linguaggio e di una sensibilità penetranti, serenamente e saldamente femminili.

Torre TA2
4 pareti di b 4,66 m x h 8,68 m
Quarzo silanizzato
Luglio 2020

Kiki Skipi, alias Chiara Pulselli, nasce nel 1988 a Sassari. A 19 anni si trasferisce a Milano dove si diploma all’Istituto Italiano di Fotografia. Con la fotografia, e soprattutto con l’autoritratto, Kiki inizia a scoprire se stessa, a indagare su di sé e dentro di sé. Desiderosa di scoprire altri mezzi che le permettano di entrare più a fondo nel suo mondo interiore, decide di ritornare in Sardegna e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Sassari dove si diploma in Pittura nel 2016. Non si sa se Kiki sia cresciuta o se sia rimasta bambina ma, nonostante tutto, il suo mondo e la sua mutevole personalità sono presenti nelle sue produzioni. I suoi lavori sono onirici e semplicemente autobiografici. Una continua ricerca di sé che non mira a rappresentare le fattezze dell’artista ma a suggerire la sua natura, attraverso forme a volte angosciose, altre volte istintuali e infantili e altre ancora decise, mature e provocanti. Una sorta di inquieta ma allo stesso tempo serena contemplazione quotidiana. Una continua ricerca, uno studio del metodo, di un linguaggio, e una logica necessità personale. Un bisogno costante di rappresentarsi e studiarsi; un viaggio ancora non concluso e che probabilmente non finirà mai. Oggi Kiki vive e lavora a Bologna, da pochi anni si è appassionata alla street art, un nuovo mondo che le permette di confrontare la sua intimità con l’esterno, la natura e l’ambiente circostante, soprattutto quello abbandonato.
Numerose le mostre tenute e le rassegne di street art a cui ha partecipato. Tra le più recenti: 2019, Una mostra confusa – io, me e le altre, Hobo Tattoo Gallery, Bologna; The Raven, MEM, Cagliari, a cura di Roberta Vanali; L’altra Eva, Centro Comunale Il Ghetto, Cagliari, a cura di Roberta Vanali; Il Bambino Spettatore, Teatro Testoni Ragazzi, a cura di Bologna Children’s Book Fair, Bologna; 2018, Festival Pennelli Ribelli, Marzabotto (BO), a cura dell’associazione Pennelli Ribelli con il Comune di Marzabotto; Artefatto_SeetheSea arte e creatività urbana, residenza artistica promossa dal Comune di Trieste; 4° Festival della Resilienza, a cura dell’associazione ProPositivo, Macomer, Nu.

DICE DEL SUO PROGETTO
Ho scelto di intitolare il mio progetto I sogni vanno coltivati perché penso che i sogni siano come dei semi o dei germogli e che per farli nascere e crescere bisogna prendersene cura, come un contadino con il suo orto. Così la nostra mente, il nostro essere, la nostra vita stessa sono il nostro giardino, e i nostri obiettivi e sogni sono i nostri fiori e le nostre piante. Un bel giardino curato e fiorito non sarebbe tale senza essere coltivato, ma allo stesso tempo non è facile avere un bel giardino, bisogna sporcarsi le mani, crederci e avere pazienza. Così per i sogni che vorremo realizzare.
Sono un’artista trentenne che non smette mai di mettersi alla prova. In fin dei conti credo che sia così per tutti gli artisti perché l’arte va nutrita e coltivata, come i sogni.